C’è un istante in cui le cose sono in movimento e sfuggono, sono aeree, sembrano colore, diventano ciò che non sono. M’intriga questo non, questa differenza da sè. Non c’è una cosa di quelle fotografate che possa essere ricondotta all’originale. Gli oggetti non si comprendono né sono compresi. Come facciamo a vederli se non sono compresi? Dove stanno? Leonardo dice: “Ciò che non ha termine non ha figura alcuna”. Questi oggetti sono indeterminati. E’ forse un modo per accorgersi che non è possibile comprendere il nostro viaggio, rappresentarlo. La nostra vita non è una strada chiusa, finita, determinata. Ciascun istante della nostra vita non finisce, non muore. Ciascun istante sta nell’infinito, anche in queste fotografie e in ciò che supponiamo esse rappresentino. Ho cercato di rovesciare la tecnica per arrivare a queste “non foto” e ad arrangiarle come fossero note di un pentagramma, sperimentando la composizione. Queste immagini sono come la musica, esigono l’ascolto, non la comprensione. Forse, chi si troverà a ascoltarle, vivrà per un istante dove nulla riposa, fra galassie senza peso.
Paolo Farina
